domenica 24 febbraio 2008
La Partenza di Giorgio
Dormivo
e sognavo che la vita era gioia.
Mi svegliai
e vidi che la vita era servizio.
Volli servire
e vidi che servire era gioia
Rabrindranath Tagore
Mentre scrivo, cancello e riscrivo la mia riflessione, ho compreso di non essere in grado di giocare con le parole e di esprimere perfettamente quello che provo.
In questi cinque anni ho sempre dato per scontato che presto o tardi avrei lasciato il clan, ma quando giunge il momento è tutta un’altra cosa: ripercorri con la memoria l’esperienza passata e ti rendi conto che sono volati via cinque anni, non anni qualunque ma quelli che portano un adolescente, un ragazzo, a diventare un uomo.
Sono entrato da adolescente insieme a tre coetanei in un gruppo simile a quello odierno per numero e problematiche e a poco a poco l’ho visto mutare fino a diventare la realtà di oggi. Senza rendermene conto sono arrivato alla tappa conclusiva di questo cammino, come Fabrizio, Luca, Lorenzo, Federico e quanti hanno trovato strade differenti allo scoutismo.
Insieme a Dario abbiamo provato a scrivere una veglia con una parte in comune ma ci siamo resi conto che era impossibile scrivere una riflessione tanto personale a due mani. Riflettendo su questo ho realizzato che è proprio nell’essere tanto personale la bellezza del Clan e della sua strada.
Credo non esista un modo giusto o sbagliato di crescere e di vivere il roverismo, poiché alla base di esso c’è un cambiamento ed una presa di coscienza legate tanto all’esperienza quanto alla crescita individuale.
Per un ventenne cinque anni, gli ultimi cinque anni, sono un eternità: le prime scelte di vita autonome, l’impegno nella scuola o nel lavoro, il servizio scout sono un caleidoscopio di esperienze che forgeranno l’adulto del domani.
Dire che mia la vita di clan sia stata un cammino in positivo con qualche caduta occasionale sarebbe una bugia: dal noviziato a oggi ho alternato periodi di disinteresse ad altri di massimo impegno, sono stato negligente e responsabile, assenteista ed assiduo nel servizio, in parallelo con i momenti tristi e felici della mia adolescenza.
Rivedendo questi anni mi sono reso conto che felicità e tristezza non erano legati al successo o meno delle mie azioni, ma allo scopo: i momenti peggiori erano proprio quando non avevo uno scopo.
Nei momenti più bui della scuola, quando mi andavano male i concorsi o ero disinteressato a tutto, il servizio era lì, presente anche quando l’ultima cosa che volevo fare era andare in sede, a richiamarmi al dovere. Un dovere che, sebbene alle volte sia stato più che un peso sul momento, una volta compiuto mi ha dato sempre soddisfazione.
Nei suoi versi Tagore riassume appieno quanto vorrei trasmettervi: servire può essere faticoso e richiede parecchi sacrifici, ma è anche fonte di gioia e realizzazione, un impegno apparentemente privo di guadagno personale ma che, proprio per l’altruismo disinteressato e la bontà dell’opera non può che giovare.
Il Clan è questo e molto altro, è un cammino personale e di gruppo, una scelta di vita che alla fine, sia che si continui o che si lasci l’uniforme, farà di te scout per sempre. Riprendendo quanto scritto all’inizio, non c’è un modo giusto o sbagliato di fare lo scout, ma di esserlo. Quando vi sentirete stanchi, o vedrete che i vostri sforzi sembrano non ripagarsi, pensate a quello che realmente state facendo, ai valori che trasmettete. Come capi siete chiamati a educare futuri uomini, una responsabilità che se compresa nella sua piena accezione dovrebbe quanto meno farvi pensare!
In quale altra occasione, nella scuola, nello sport o nei vostri interessi, vi si può chiamare educatori? L’impegno che avete preso o che intraprenderete è tra i più alti e nobili, possiate non dimenticarlo mai..
Il mio pensiero e questo cammino si concludono oggi, da domani proseguirò verso la prossima tappa della route, un viaggio faticoso e spensierato, di sole e di pioggia, personale e collettivo, ma che unisce tutti noi in un unico ideale da quando il primo scout si mise in cammino.
E’stato un onore, ci si vede più in là.
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1 commento:
tvb GB
andrew
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