domenica 25 novembre 2007

Inchiesta su Gesù. Chi era l'uomo che ha cambiato il mondo

Chi era davvero, nella sua fisicità di carne, sangue, muscoli, l'uomo che circa duemila anni fa percorse la terra d'Israele, parlò alle folle, guarì gli ammalati, lanciò uno straordinario messaggio di speranza e finì straziato su un patibolo infame? Nell'ultimo mezzo secolo l'analisi filologica e nuove ricerche archcologiche hanno ampliato la possibilità di scoprire la vera personalità dell'uomo chiamato Gesù. Molte domande rimaste a lungo sospese hanno quindi oggi un'attendibile risposta: dov'è nato, da chi, quando, come; di che cosa fu accusato per meritare quell'atroce supplizio; quale ruolo ebbero nel suo "processo" il popolo di Gerusalemme, le gerarchie religiose ebraiche, le autorità romane con le loro truppe d'occupazione. Su Gesù sono proliferate nei secoli molte leggende e alcune autentiche fiabe, segno della curiosità - ma forse si potrebbe dire dell'ansia - di sapere chi lui fosse veramente prima che il mantello della teologia lo coprisse, celandone allo sguardo la figura storica. Corrado Augias ha dialogato su questo tema con uno dei massimi biblisti italiani, Mauro Pesce, rivolgendogli quelle stesse domande che molti di noi, cristiani e non cristiani, si pongono: sul periodo storico nel quale Gesù visse, sulle sue parole, sulla sua vita, sulla sua morte, sui tanti testi che ne parlano. Ma anche su ciò che seguì la tragica giornata del Golgota, fino alla nascita di una religione che da lui prese il nome, anche se egli non ha mai detto di volerla fondare. II profilo di Gesù che questa "inchiesta" ci restituisce è quello di un ebreo, ligio alla Legge di Mosè, amante del suo popolo e delle sue tradizioni, eppure aspramente critico verso gli aspetti che giudicava 'superati' o 'secondari', o, soprattutto, portatore di un progetto di rinnovamento incentrato sul riscatto degli emarginati; una personalità complessa, mai svelata per intero nemmeno a chi gli era più vicino, una figura profondamente solitaria, coerente con i suoi principi fino alla morte in croce. Il libro mette in luce alcuni degli aspetti meno conosciuti e più umani del profeta ebreo Yehoshua anche se, come dice Mauro Pesce, lo storico "rintraccia con maggiore o minore certezza eventi e documenti del passato mettendoli a disposizione dei suoi contemporanei. Sta poi a ciascuno valutarli, facendone l'uso che crede, sulla base delle proprie conoscenze e della propria libera volontà".

IL LIBRO PIU' INCOMPRESO DELL'ANNO
Un libro molto sfortunato. Mezza Italia l'ha letto, mezza Italia non l'ha capito. I cattolici tradizionalisti si stracciano le vesti, gli atei militanti ne fanno una bandiera. In entrambi i casi, i contenuti del libro sono andati radicalmente fraintesi. Da una parte e dall'altra, sento solo castronerie di ogni genere. Un esempio: i cattolici militanti deplorano la negazione degli aspetti "soprannaturali" (trasfigurazione, miracoli, risurrezione), gli atei militanti la osannano. Peccato però che il prof. Pesce si schieri a favore della storicità delle testimonianze relative a tali episodi! Quando tutti gli esegeti storico-critici cattolici negano la storicità della trasfigurazione, Pesce la afferma chiaro e tondo, consapevole di essere controcorrente. Quanto alle esperienze circa la risurrezione di Gesù, è Augias a parlare di visioni isteriche. Pesce parla al contrario di "stati modificati (alterati) di coscienza", una terminologia presa dagli studi antropologici con cui ci si limita ad indicare la particolare condizione di "ricettività" che caratterizza determinate esperienze di contatto o accesso al mondo soprannaturale (indipendentemente da come si valuti la realtà di tale "mondo", valutazione che compete del resto al filosofo e non allo storico). Il "Gesù storico" che Pesce si sforza di ricostruire a partire dalle testimonianze evangeliche non è né un'insidia per la fede, né una rassicurazione per l'incredulità. E¿ storia, punto e basta. Ciò di cui si tratta è della vicenda di un profeta ebreo, profondamente convinto che Dio avesse cominciato ad attuare la fase decisiva e culminante della sua storia d¿alleanza con Israele, e totalmente dedito all¿annuncio e alla preparazione di tale evento: il regno di Dio. Una figura profondamente mistica e al tempo stesso portatrice di un messaggio escatologico con profonde implicazioni di trasformazione sociale (benché non in senso politico). Questa è la vicenda storica di Gesù di Nazaret. Egli è l¿annunciatore e il portatore del regno di Dio: un ideale utopico per i non credenti, una realtà concreta e già parzialmente realizzatasi (anche se solo ¿proletticamente¿) per il credente. Lasciamo che la sua storia sia davvero la sua, e non la nostra: una provocazione per credenti e non credenti. In nessun caso un sostegno per imporre un¿ideologia.

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