mercoledì 28 ottobre 2009

Calendario e pattuglie attività di informazione 2009

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Pattuglie Catena telefonica 2009

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berardi olyade cavalli strano

lunedì 25 febbraio 2008

La partenza di Dario


Cari amici miei, forse nessuno ci avrebbe puntato un centesimo, eppure oggi siamo tutti qui per la mia Partenza.
Queste poche righe non voglio essere un nostalgico addio al clan, ma una buona occasione per ricordare la strada e i bei momenti passati insieme, e soprattutto per ringraziare, una cosa che spesso e volentieri ci dimentichiamo di fare.
Fin dall’inizio mi sono sentito un caso anomalo, un ragazzo di 20 anni, peraltro amico di Luca e Lorenzo (il che è tutto dire), che decide di punto in bianco di diventare un “boyscout” (sembra quasi comico dirlo così).
Eppure quello che ho vissuto in quei giorni è stato forse uno dei periodi più tristi della mia vita, e se sono riuscito a superarlo è anche grazie a voi, alla vostra allegria e semplicità.
Questo è il primo dei miei grazie: Grazie Luca e Lollo per avermi fatto conoscere lo scoutismo, e tutte queste persone meravigliose!!

Molte persone a cui rivelo di far parte degli scout spesso ridono, o ne fanno motivo di presa in giro, come d’altro canto facevo io al tempo.
Eppure chi può dire di aver conosciuto il “7 microfibra”, di aver infilato la tenda immezzo ai rovi per arrivare in tempo alla sveglia, o di aver portato “Lello lo zainello”, con i suoi 30 kg e passa, a spasso per le Dolomiti??????!!!!!!
Non mi dimenticherò mai di Braies, la mia prima route, e di quella prima terribile tappa!!!!
Non sopportavo Giorgio e quel suo fare militaresco così diverso da me, e quasi ce l’avevo con Napoli per aver formato quella pattuglia.
Ora posso dire con certezza che sbagliavo, perché proprio in Giorgio ho scoperto una persona stupenda e un grande amico.
Grazie Napoli, per avermi insegnato a non giudicare gli altri solo dall’apparenza!!!

E poi via agli esploratori, in direzione, proprio io che di tecnica scout, fuochi e cerimonie non sapevo praticamente nulla.
Con le continue assenze per il lavoro mi sono trovato spesso in difficoltà, a dubitare di me stesso, sulla fiducia che i ragazzi potessero riporre in me…che la stessa direzione potesse riporre in me.
Poi il campo, e la terribile notizia dell’assenza di Luca Feliciani:
“Sarà un disastro?....io Giorgio e Luca soli con trenta “balordi”?????
“Coooosa???Giada in cambusa??”.
Tanto per citare il mio caro amico Andrea: “Me stava a prende na cifra a male!!”.
E invece è stato un successo sotto tutti i fronti!!!
Grazie Barzo, per l’aiuto che, anche se in sordina, non mi hai mai negato!! Grazie Andrea, per avermi sempre ascoltato, sopportando pazientemente le mie “pippe mentali” :)!! Grazie Giorgio e Luca, perché insieme a voi ho scoperto la bellezza, la passione e le responsabilità che comporta essere un capo!!
Ma soprattutto, Grazie Luca Feliciani, per la grande fiducia che nonostante tutto hai riposto in me (a tuo rischio e pericolo)!!!
Ricordo i primi fuochi serali, i primi bun. Non posso negare che all’inizio rimasi piuttosto perplesso.
Rinunciare a un bel sabato sera a ballare, o in un pub con gli amici, per andare al freddo, in mezzo alle montagne…..per poi ritrovarmi a giocare, ballare e ridere intorno a un fuoco, e guardare le stelle immerso in quel silenzio surreale…….
Con voi ho riscoperto la bellezza della natura, la gioia e la serenità che può regalare quest’opera magnifica, perché spesso con il caos e le comodità della città ci dimentichiamo anche di alzare gli occhi al cielo!!

Senza di voi non avrei mai scoperto il Centro Arrupe e la gioia del servizio, l’impegno e l’amore con cui dei semplici ragazzi e ragazze si dedicano per regalare, a delle persone che nella loro vita hanno conosciuto solo dolore, fame e paura, un futuro migliore!!
Grazie, per avermi insegnato la gioia di donarsi agli altri!! Come dice Don Michele, “vivere per gli altri è più bello che vivere per se stessi, è l’amore che Nostro Signore ci ha insegnato a renderci liberi”!!

Vorrei scrivere qualcosa per ognuno di voi, ma mi accusereste come al solito di essere logorroico.
Allora taglio corto e vi dedico questa canzone di Brusco, perché questa partenza non sia un punto di arrivo, ma un nuovo inizio, perché ora siete tutti parte della mia famiglia!!

http://www.lyricsmania.com/lyrics/brusco_lyrics_1483/amore_vero_lyrics_32279/sangue_lyrics_349388.html

domenica 24 febbraio 2008

La Partenza di Giorgio


Dormivo
e sognavo che la vita era gioia.
Mi svegliai
e vidi che la vita era servizio.
Volli servire
e vidi che servire era gioia

Rabrindranath Tagore





Mentre scrivo, cancello e riscrivo la mia riflessione, ho compreso di non essere in grado di giocare con le parole e di esprimere perfettamente quello che provo.

In questi cinque anni ho sempre dato per scontato che presto o tardi avrei lasciato il clan, ma quando giunge il momento è tutta un’altra cosa: ripercorri con la memoria l’esperienza passata e ti rendi conto che sono volati via cinque anni, non anni qualunque ma quelli che portano un adolescente, un ragazzo, a diventare un uomo.

Sono entrato da adolescente insieme a tre coetanei in un gruppo simile a quello odierno per numero e problematiche e a poco a poco l’ho visto mutare fino a diventare la realtà di oggi. Senza rendermene conto sono arrivato alla tappa conclusiva di questo cammino, come Fabrizio, Luca, Lorenzo, Federico e quanti hanno trovato strade differenti allo scoutismo.

Insieme a Dario abbiamo provato a scrivere una veglia con una parte in comune ma ci siamo resi conto che era impossibile scrivere una riflessione tanto personale a due mani. Riflettendo su questo ho realizzato che è proprio nell’essere tanto personale la bellezza del Clan e della sua strada.

Credo non esista un modo giusto o sbagliato di crescere e di vivere il roverismo, poiché alla base di esso c’è un cambiamento ed una presa di coscienza legate tanto all’esperienza quanto alla crescita individuale.

Per un ventenne cinque anni, gli ultimi cinque anni, sono un eternità: le prime scelte di vita autonome, l’impegno nella scuola o nel lavoro, il servizio scout sono un caleidoscopio di esperienze che forgeranno l’adulto del domani.

Dire che mia la vita di clan sia stata un cammino in positivo con qualche caduta occasionale sarebbe una bugia: dal noviziato a oggi ho alternato periodi di disinteresse ad altri di massimo impegno, sono stato negligente e responsabile, assenteista ed assiduo nel servizio, in parallelo con i momenti tristi e felici della mia adolescenza.

Rivedendo questi anni mi sono reso conto che felicità e tristezza non erano legati al successo o meno delle mie azioni, ma allo scopo: i momenti peggiori erano proprio quando non avevo uno scopo.

Nei momenti più bui della scuola, quando mi andavano male i concorsi o ero disinteressato a tutto, il servizio era lì, presente anche quando l’ultima cosa che volevo fare era andare in sede, a richiamarmi al dovere. Un dovere che, sebbene alle volte sia stato più che un peso sul momento, una volta compiuto mi ha dato sempre soddisfazione.

Nei suoi versi Tagore riassume appieno quanto vorrei trasmettervi: servire può essere faticoso e richiede parecchi sacrifici, ma è anche fonte di gioia e realizzazione, un impegno apparentemente privo di guadagno personale ma che, proprio per l’altruismo disinteressato e la bontà dell’opera non può che giovare.

Il Clan è questo e molto altro, è un cammino personale e di gruppo, una scelta di vita che alla fine, sia che si continui o che si lasci l’uniforme, farà di te scout per sempre. Riprendendo quanto scritto all’inizio, non c’è un modo giusto o sbagliato di fare lo scout, ma di esserlo. Quando vi sentirete stanchi, o vedrete che i vostri sforzi sembrano non ripagarsi, pensate a quello che realmente state facendo, ai valori che trasmettete. Come capi siete chiamati a educare futuri uomini, una responsabilità che se compresa nella sua piena accezione dovrebbe quanto meno farvi pensare!

In quale altra occasione, nella scuola, nello sport o nei vostri interessi, vi si può chiamare educatori? L’impegno che avete preso o che intraprenderete è tra i più alti e nobili, possiate non dimenticarlo mai..

Il mio pensiero e questo cammino si concludono oggi, da domani proseguirò verso la prossima tappa della route, un viaggio faticoso e spensierato, di sole e di pioggia, personale e collettivo, ma che unisce tutti noi in un unico ideale da quando il primo scout si mise in cammino.

E’stato un onore, ci si vede più in là.

venerdì 1 febbraio 2008

Pagelle I trimestre

Spallotta voto 6,5
La sua presenza si fa sempre notare, lotta a centrocampo, conquista palloni, spreca molto fiato ma alla fine è un po’ l’anima della squadra, nel bene e nel male. Inarrestabile!

Brunetti voto 7,5
Inizio di campionato in sordina, con qualche cassanata isterica. Si riprende sulla via di Damasco, nonostante ogni tanto ritardi gli interventi e permette all’avversario ti prenderci in contropiede. Ottimo il fraseggio e il senso di orientamento che permette di mettersi in mostra nel mondiale. Nerd!

De Angelis 5,5
Dedica troppo tempo allo studio delle manovre rischiando di perdersi troppi palloni per le cose semplici. Combatte, c’è, è vivo ma spesso si fa prendere dalla stanchezza. Ci vuole una buona dose di doping! Stanco!

Baldo voto 7 –
C’è, corre su tutti i fronti, lotta alla disperata, ma ogni tanto perde la cognizione per colpa delle cheerleader a bordocampo. Ha carisma ma lo tiene per sè, ha paura di sprecare energie a favore della squadra. Sornione!

Cannelli voto 5
Forse il più alto ottenuto finora: corre suda, lotta ma perde la bussola e finisce spesso in panchina. Il mister lo attende per il rinnovo del contratto, fiducioso che il prosieguo della stagione possa finalmente portarlo alla ribalta. Frastornante

Ruggeri voto 7,5
E’ lo spirito quando serve, ma si spegne nelle situazioni in cui la squadra ha più bisogno di lui. Il mister lo vuole sempre al top ma ogni tanto si trova in difficoltà per una preparazione atletica troppo blanda. Stressato

Cavalli voto 6-
Buone potenzialità, l’arma segreta a disposizione del mister ma la forte incisività ogni tanto viene meno a causa di assenze ingiustificate (si vocifera di festini in brasile). Atteso

Strano voto 6
Esplose nella primavera, ma ancora stiamo aspettando che si riprenda dallo shock della seconda classe. Qualità a non finire, ma mal gestite e spesso vittima delle marcature strette dell’avversaria. Attendiamo anche lui libero dalle questioni di mercato e finalmente a testa sgombra. Pigro!

Fosse voto 6-
Grande inizio ma la testa si perde dietro alle grandi offerte che provengono dal mercato. Poco serio e affidabile, ma il mister sa che può contare su di lui quando si renderà conto che può diventare una bandiera. Coraggio!

Attanasio voto 6,5
Sempre presente, ultimamente risente degli acciacchi dovuti al mancato turnover. Spesso dimostra poco ma in realtà il mister si accorge di quanto è prezioso il suo impegno al centro del gioco. Iceberg!

Staffiero voto 6
Boa fissa, ma spesso si dimentica il ruolo e vaga nell’orbita dell’idiozia. Quando perde la concentrazione perde il ritmo e la palla e smette di far girare il pallino del gioco. Mina vagante!

Aucone voto 8
Non c’è, ma quando entra in campo si sente il suo tocco: preciso, puntuale, grande percorritore di ogni zona del campo, a testa bassa esegue gli ordini e sfrutta ogni minima occasione mettendo in luce le sue ottime qualità. Il ragazzo si farà, ma sarà solo merito dell’amore? Anarchico!

Giuditta 9,1-17




Un vaso fragile, abitato dall'Onnipotenza di Dio

Giuditta mette in opera il suo piano a partire da Dio. Pur essendo donna d'azione, la radice del suo operare è in lei una preghiera supplice, impregnata di piena consapevolezza dell'Onnipotenza di Dio e della sua impotenza. Tutto il resto avviene di conseguenza. La forza di Dio non consiste nel numero e nella potenza degli eserciti; dunque è col debole braccio di una donna che il mistero della sua onnipotenza annienterà Oloferne, il potentissimo emblematico generale delle forze del male.

cap.IX,1 Nella sua preghiera Giuditta non è solo intenta a chiedere una speciale protezione a Dio, ma a vivere questo cruciale momento della sua vita in un atteggiamento di fede viva. E' collegata col tempio di Gerusalemme, simbolico luogo della grande presenza di Dio; e inizia a pregare quando, di sera, là si offre a Dio l'incenso. Il suo agire acquista dunque un senso offertoriale.

vv. 4b-8a Nell'argomentare di Giuditta in preghiera c'è la sua concezione di un Dio onnipotente che agisce con forza dentro la storia del suo popolo e porta a compimento il suo piano colpendo la protervia, l'orgoglio, la presunzione di un dispiegarsi enorme di mezzi distruttivi solo umani, di cui ben stoltamente il nemico del popolo (e quindi del Dio vero) si vanta. A quanti "si sentono sicuri delle loro armi" Giuditta chiede che si manifesti l'onnipotenza del Dio vero, Signore della vita e dell'universo.

vv. 8b-10 Contro la decisione di profanare il tempio di Gerusalemme e dunque contro l'empietà dissacrante di Oloferne, Giuditta invoca l'irruzione di Dio. Non esita a chiedere che proprio dal debole braccio di una donna, per di più vedova (in un certo senso svuotata del rigoglio della vita!), il Signore si serva per abbattere la superbia di Nabucodonosor e Oloferne.

vv. 11-12 Giuditta sottolinea la contrapposizione: da una parte la iattanza e la superbia di immani forze umane, la cui stoltezza si rivela nel presumere una schiacciante vittoria dentro disegni distruttivi, dall'altra parte il "Dio dei poveri, che aiuta gli oppressi, sostiene i deboli, salva chi è senza speranza". Sì, proprio Lui: il Dio grande "sovrano di tutto l'universo".

vv. 13-14 Può stupirci che Giuditta chieda a Dio di sostenere il suo piano mentre, per colpire Oloferne e l'enorme potenza di Nabucodonosor, si servirà di "parole ingannatrici" e di una spada. Bisognerà però ricordare che l'autore sacro narra questi particolari come accessori del racconto parabolico rivolto per di più a popoli, il cui contesto socioculturale aveva come componente naturale il fare giustizia comunque, anche in modo violento. Del resto, come nella parabola e nella favola, è il grande messaggio che conta: Dio onnipotente difensore degli oppressi, stravince proprio mediante la debolezza dei poveri che si affidano totalmente a Lui.

sabato 12 gennaio 2008

EFFETTO PIGMALIONE



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